Fonte: Il Sole 24 Ore
Il ministero dell’Ambiente si affida all’Ispra per conoscere l’origine dei picchi di diossina che hanno interessato Taranto e soprattutto il rione Tamburi a novembre 2014 e febbraio 2015, quando sono stati riscontrati valori pari, rispettivamente, a 791 picogrammi e a 212 picogrammi. «Suppongo che nel giro di qualche settimana potremo avere la risposta» dice il ministro Gianluca Galletti, che oggi è stato a Taranto per partecipare, insieme ai tre commissari straordinari dell’azienda, alla messa del precetto pasquale dei lavoratori Ilva celebrata in un affollato capannone dei Vigili del Fuoco dall’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro.
ulla diossina anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, hanno sollecitato accertamenti coinvolgendo Governo, Ispra ed Arpa Puglia. Allo stato sull’anomalia del fenomeno ci sono due versioni contrapposte. Quella dell’Arpa Puglia che attribuisce la causa dei picchi di diossina all’impianto di sinterizzazione dell’agglomerato dell’Ilva e quella degli esperti incaricati dall’azienda che parlano invece di fonti esterne allo stabilimento siderurgico.
Ma nella sua tappa tarantina Galletti affronta anche i temi della «decarbonizzazione» dell’Ilva, del rispetto dell’Autorizzazione integrata ambientale, della cessione dell’azienda – che in base alla legge avverrà entro giugno prossimo – e dell’imminente referendum sulle trivelle. Sul ritorno ai privati dell’Ilva, Galletti afferma: «La strada è chiara, si è aperta una procedura, la stiamo portando avanti, e attualmente si è nella fase di accesso alla data room da parte delle società interessate. Ognuno sta facendo le sue valutazioni». Il ministro giudica poi la riduzione del carbone nella produzione dell’acciaio una via ineludibile. «Le istituzioni e i Governi possono certo orientare e sollecitare – rileva Galletti riferendosi al fatto che saranno i privati, col piano industriale, a decidere come produrrà l’Ilva in futuro – ma in questo caso abbiamo gli esiti della recente conferenza di Parigi sul clima che rappresentano un punto di svolta. A Parigi sono state fatte scelte molto importanti che impattano anche sull’economia ed è di oggi la notizia di JP Morgan che non finanzierà più progetti che riguardano il carbone». Sull’Aia, il ministro rammenta che l’ultima ispezione fatta ad agosto ha accertato il rispetto, da parte dell’Ilva, dell’80 per cento delle prescrizioni ambientali e che ora ci sono altri 800 milioni nella legge di Stabilità per proseguire. Galletti parla anche del referendum trivelle. «Non ho deciso se andare a votare o meno, ma se voterò, voterò no perchè il problema non è l’estrazione del petrolio, ma consumarne meno attraverso scelte appropriate come abbiamo fatto con gli ultimi bandi per l’efficientamento energetico e la mobilità sostenibile che rendono disponibili quasi un miliardo di euro». A Galletti risponde a distanza il governatore pugliese Emiliano: «Il fatto che Galletti vada a votare è già una buona notizia. Il referendum l’abbiamo stravinto, cinque a zero, perchè il Governo si è dovuto ingoiare tutte le cose che aveva sbagliato. Adesso si tratta di chiudere l’ultimo quesito sulla durata infinita delle concessioni». Per Emiliano, la maggioranza per il sì «sarà schiacciante».