Fonte: Il Sole 24 Ore
Dal fronte del petrolio a quello geopolitico, la Russia è tornata in prima linea nella ricerca di una soluzione alle grandi sfide globali: come dimostrano gli sforzi congiunti di Riad e Mosca per stabilizzare il prezzo del greggio oppure, su un piano ben più drammatico, i negoziati che russi e americani stanno gestendo insieme per trovare una soluzione politica alla guerra in Siria. Secondo molti osservatori, se la Russia è cruciale su questi fronti non potremo non assistere anche a un’evoluzione sul fronte ucraino: la realizzazione degli accordi di pace di Minsk e la conseguente abolizione delle sanzioni e contro-sanzioni nate da questa crisi.
Lungo questo percorso, un momento particolarmente importante verrà con i prossimi mesi, tra giugno e luglio. Il 31 luglio sono in scadenza le sanzioni decretate dall’Unione Europea contro la Russia, dopo il rinnovo della fine dell’anno scorso. E se le associazioni imprenditoriali europee intendono ricordarne l’impatto negativo per i rispettivi Paesi, le difficoltà economiche che li uniscono permettono di immaginare una maggiore flessibilità nelle considerazioni dei vari attori in gioco. Se la Francia ha chiarito che desidera veder abolite le sanzioni la prossima estate, perfino il segretario di Stato americano John Kerry si è dimostrato più possibilista.
L’Italia, che con il presidente del Consiglio Matteo Renzi si era detta contraria a un rinnovo automatico delle sanzioni, intende inaugurare nel modo migliore la stagione che si prepara. Quest’anno, dal 16 al 18 giugno, prevede di essere ospite d’onore al Forum internazionale di San Pietroburgo, la “Davos russa” che raccoglie politici e imprenditori nella capitale russa del Nord. Renzi ha confermato nei giorni scorsi l’invito del presidente Vladimir Putin, alla guida della delegazione italiana di imprenditori al Forum.
Per tutte queste ragioni diventa particolarmente importante tenere con costanza sotto osservazione ciò che accade a Mosca, il modo in cui le autorità economiche e finanziarie russe stanno affrontando un momento particolarmente difficile, ma auspicabilmente di transizione. Di fronte all’impatto che le sanzioni e il calo del prezzo del petrolio stanno avendo sulla crescita in Russia, cruciale è la tenuta dei conti pubblici e l’andamento del rublo, che ribalta sugli abitanti il peso della crisi aumentando il costo della vita. Una sfida che la Banca centrale russa di Elvira Nabiullina sta affrontando mantenendo invariati i tassi di interesse per non alimentare l’inflazione, pronta a un’ulteriore stretta se necessario. Nello stesso tempo, il governo chiamato a rivedere il bilancio per tenere sotto il controllo il deficit non intende toccare le spese sociali o il Fondo nazionale per il welfare, mentre cresce l’attesa per una nuova fase di privatizzazioni. Oltre a questo, con gli imprenditori stranieri il governo russo mette l’accento e incoraggia la produzione in loco, la vera via per contribuire al rilancio dell’economia russa decisa a ridurre la dipendenza dalle importazioni dall’estero.
Per le imprese interessate a orientarsi in questo scenario e a essere costantemente aggiornate, la Camera di Commercio Italo-Russa ha avviato la pubblicazione di un bollettino periodico, che dà il quadro delle novità più importanti sul fronte delle misure del governo russo, l’andamento macroeconomico, le decisioni delle imprese, unendole a un calendario con gli avvenimenti di maggior rilievo e a uno sguardo sui vari settori. Dall’andamento del mercato dell’auto alla possibilità di un aumento delle tasse per le compagnie petrolifere, dall’atteso ritorno della Russia sul mercato degli Eurobond alle trimestrali. Un contributo per fare chiarezza là dove informazioni e obiettività spesso mancano.