Fonte: Il Sole 24 Ore
Diciotto luglio 2016. È la nuova data della ripartenza del processo per il disastro ambientale dell’Ilva di Taranto che vede 47 imputati in Corte d’Assise: 44 persone fisiche e 3 società, Ilva, Riva Fire e Riva Forni Elettrici. Oggi il collegio presieduto dal giudice Michele Petrangelo ha accolto la richiesta di rinvio dell’udienza presentata, per gravi motivi di salute, dagli avvocati di Fabio Riva, già vice presidente del gruppo siderurgico e imputato, insieme ad altri, di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale.
La Corte d’Assise ha così predisposto un nuovo calendario che prevede dopo l’udienza del 18 luglio altre sei udienze a luglio per discutere se ammettere o meno le nuove richieste di costituzione di parte civile, quindi, da settembre, tre udienze a settimana. Il processo in Corte d’Assise, dopo i 47 rinvii a giudizio decisi dal gup Wilma Gi lli a luglio scorso, era in verità già cominciato a fine 2015 ma dopo poche udienze era stato fermato. La Procura aveva infatti scoperto un’omissione nei verbali dell’udienza preliminare che in qualunque momento avrebbe potuto inficiare il dibattimento. Si era così tornati ad una nuova udienza preliminare con un nuovo gup, Anna De Simone, che ha riconfermato tutti i precedenti rinvii a giudizio. Prima udienza del nuovo processo lo scorso 17 maggio ma subito aggiornata ad oggi per un difetto di notifica nei confronti di un imputato. E oggi ulteriore rinvio al 18 luglio su richiesta della difesa di Fabio Riva.
Tende intanto ad ingrossarsi l’esercito delle parti civili. Sono già un migliaio tra pubbliche e private (c’è praticamente di tutto: ministeri Ambiente e Salute, Regione Puglia, enti locali, sindacati, associazioni ambientaliste e di categoria, lavoratori, parenti delle vittime) e “ballano” richieste risarcitorie per complessivi 20 miliardi. Adesso altri soggetti chiedono di potersi costituire parte civile. La Corte d’Assise deciderà a luglio sulle loro posizioni ma la difesa dei Riva chiede di escludere coloro che hanno presentato istanza dopo i primi rinvii a giudizio, quelli di luglio 2015. Nel blocco degli ammessi c’è, per esempio, Confagricoltura Taranto a difesa degli agricoltori che si ritengono danneggiati dall’inquinamento del siderurgico.
«La nostra organizzazione – dichiara Luca Lazzàro, presidente Confagricoltura Taranto – ha scelto di rappresentare i propri associati ma anche, in generale, il settore dell’agricoltura che riteniamo abbia subito una grave penalizzazione in termini di immagine e di concreti danni economici e ambientali».
Con imputazioni diverse il processo Ilva è a carico, fra gli altri, di Fabio e Nicola Riva, ex amministratori Ilva, Bruno Ferrante, ex presidente Ilva, Luigi Capogrosso e Adolfo Buffo, ex direttori dell’impianto di Taranto, Nichi Vendola, ex presidente della Regione Puglia, Gianni Florido, ex presidente della Provincia di Taranto, Ezio Stefàno, attuale sindaco di Taranto, Giorgio Assennato, ex direttore generale Arpa Puglia.
Sul fronte Ilva da segnalare, infine, che domani pomeriggio nelle commissioni Attività produttive e Ambiente della Camera comincia l’iter di conversione in legge il nuovo decreto sull’Ilva pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” del 9 giugno.