Fonte: Il Sole 24 Ore
Privati in campo per finanziare il completamento a Sud, in direzione Italia, dell’ AlpTransit, cioè della dorsale ferroviaria alpina che attraversa le Alpi e costituisce l’asse centrale del corridoio Genova-Rotterdam. Stiamo parlando della creazione di una nuova linea ferroviaria ad Alta velocità/Alta capacità Lugano-Milano- Mar Mediterraneo (Lu-Mi-Med), che porterà al superamento della linea storica e al collegamento diretto tra la Svizzera e porti liguri di Genova e Savona-Vado.
Al momento i diretti interessati preferiscono restare al coperto e non esporsi pubblicamente. Ma fonti autorevoli interpellate dal Sole 24 Ore indicano nella multinazionale svizzera Nestlé, nella Migros di Zurigo (la maggiore catena di distribuzione del Paese), nel gruppo distributivo svizzero Coop con sede a Basilea, nel gruppo piemontese Gavio (autostrade, trasporti, logistica) e nella compagnia di navigazione danese Maersk i soggetti che vogliono far capo ai porti liguri e valutano con attenzione l’ipotesi del progetto Lu-Mi-Med. La Maersk, per esempio, sta costruendo nel porto di Savona-Vado una maxi-piattaforma logistica, mentre il gruppo Gavio ha investito nell’interporto di Rivalta Scriva, che si posiziona proprio lungo l’asse Genova-Rotterdam.
L’ingresso dei capitali privati nell’operazione Lu-Mi-Med è previsto sotto forma di un Infrastructure Bond che potrebbe coprire fino al 20% dell’intero fabbisogno finanziario del progetto. Il restante fabbisogno dovrebbe essere coperto da fondi pubblici, anche convogliando sul progetto Lu-Mi-Med finanziamenti europei. Si tratta di un investimento imponente, da 11,5 miliardi di euro, per un progetto da realizzare a tappe, che ha l’obiettivo di concludere entro il 2030 il potenziamento a sud, da Lugano a Savona, della nuova linea ferroviaria alpina, anticipandone la realizzazione di un ventennio rispetto a quanto previsto dai piani originari.
Il prolungamento a Sud
Dopo l’inaugurazione lo scorso 1° giugno della nuova galleria di base del Gottardo, ora l’attenzione si sposta sulla prosecuzione della linea oltre i confini elvetici. Sia in Svizzera sia Italia, soprattutto tra gli operatori logistici e tra gli spedizionieri, cresce la consapevolezza che il completamento dei lavori AlpTransit nel 2020, con l’entrata in funzione in Svizzera della seconda galleria di base, quella del Ceneri, avrà uno scarsissimo impatto sull’economia europea se non sarà accompagnato dallo sviluppo dell’infrastruttura ferrovia a nord (verso la Germania) ma soprattutto a sud delle Alpi, verso Milano e i porti liguri.
L’Italia, anche grazie a un finanziamento svizzero di 240 milioni di euro, ha garantito che entro il 2020 completerà gli accessi (lato sud) alla nuova ferrovia di base costruita dagli svizzeri. Il piano di Rfi (gruppo Fs) assicurerà un aumento di capacità lungo le linee attuali – cioè, aumenterà il numero dei treni in transito – in virtù di una serie di adeguamenti tecnologici sui binari. Nel 2020, garantisce Rfi, la capacità di traffico dei valichi Italia-Svizzera sarà sufficiente. Tuttavia, fanno notare in Svizzera, a ciò non corrisponderà un aumento della velocità, perché i treni, passeggeri e merci, continueranno a circolare sulla linea storica. In prospettiva 2030 per sfruttare al massimo le potenzialità e le velocità impresse dall’AlpTransit bisognerebbe realizzare quindi una linea ex novo, ad Alta velocità/Alta capacità, che da Lugano arriva a Milano, per poi aggirare il nodo milanese con un by-pass ferroviario e raccordarsi a sud con il Terzo valico dei Giovi attualmente in costruzione tra Liguria e Piemonte.
Lu-Mi-Med
Il progetto pubblico-privato denominato Lu-Mi-Med nasce nel 2014 in Svizzera, ma sta raccogliendo ampi consensi anche in Italia. Un task force interdisciplinare italo-svizzera, formata da esperti di altissimo livello, è già lavoro per far decollare il progetto e raccogliere le adesioni. Promotore del progetto è l’architetto italianoLuca Clavarino. «La nostra idea – spiega Clavarino al Sole 24 Ore – è di ottenere la tratta Lu-Mi-Med in concessione per 90 anni, avanzando formale richiesta ai governi dell’Italia e della Svizzera. Contiamo nell’appoggio della Ue, perché l’opera è di interesse europeo».
Tra i consulenti scientifici del progetto vi è l’economista svizzeroRemigio Ratti di Lugano. Ratti, quale deputato al Consiglio nazionale della Confederazione svizzera, riuscì a far approvare una modifica costituzionale tramite cui la Confederazione può avvalersi – per la realizzazione di infrastrutture ferroviarie di importanza strategica – di formule di finanziamento che prevedono la partecipazione all’operazione da parte del capitale privato e di istituzioni nazionali e sovranazionali. È proprio il caso del progetto Lu-Mi-Med.