Fonte: Il Sole 24 Ore
Destinato all’approvvigionamento idrico delle popolazioni della Puglia meridionale è entrato in esercizio l’acquedotto del Sinni, lungo la dorsale ionico-salentina dell’acquedotto Pugliese.
Pianificata dalla regione e lunga 37,5 kilometri, la condotta è costata 40 milioni di euro a valere sui finanziamenti Cipe perchè opera di carattere strategico finalizzata al potenziamento delle dotazioni idriche regionali. Il nuovo acquedotto – inaugurato ieri dal presidente della regione Puglia, Michele Emiliano – segna l’autosufficienza degli abitanti della fascia ionico-salentina che, per i consumi di acqua potabile, non dovranno più dipendere da una derivazione della rete leccese.
Il nuovo acquedotto ha una portata di punta che può raggiungere i 1.400 litri al secondo, è in acciaio spessorato, dunque può resistere a pressioni elevate, e collega il serbatoio di San Paolo, nell’agro di Salice Salentino, a quello di Seclì. Grazie alla sua regolazione automatica con trasferimento di dati in remoto e telecontrollo diretto e a distanza, il nuovo acquedotto consente, in una logica di rete, l’utilizzo interconnesso delle varie fonti d’acqua in tutto il territorio servito.
La realizzazione della condotta idrica è stata divisa in due fasi: a maggio 2015 un primo stralcio funzionale con l’avvio all’esercizio dei primi 12 kilometri che hanno consentito di potenziare l’alimentazione dei comuni di Veglie, Leverano, Copertino e delle marine di Nardò e Porto Cesareo. In queste settimane la seconda parte con gli ultimi 25 kilometri dal serbatoio di Zanzara a quello di Seclì, attraversando i comuni di Leverano, Nardò e Galatone. Le opere sono state realizzate puntando al minor impatto ambientale possibile: dall’attraverso di strade comunali, provinciali e statali ricorrendo anche al microtunneling, all’espianto e successivo riposizionamento, lungo il tracciato, di 2500 ulivi per finire alla realizzazione, per tutto il tracciato, di un basamento per pista ciclabile larga 4 metri a trasformazione di energia idraulica in energia elettrica.
Per un investimento che si materializza altri ne sono programmati: l’Aqp (l’Acquedotto pugliese) ne ha previsti, infatti, altri 800, già approvati con il piano d’ambito ed altri 600 sono da approvare e riguardano soprattutto la depurazione. Alle viste la questione decisiva. Nel 2018 scadrà la concessione all’acquedotto Pugliese spa della gestione del servizio idrico integrato e si studiano due ipotesi:proroga di altri 10-15 anni o cessione delle quote dalla regione, unico azionista, ai comuni proprietari della rete idraulica e quindi, diventata Aqp società in house, non servirebbe alcuna gara.