Fonte: Il Sole 24 Ore
La Regione Puglia impugna alla Corte Costituzionale la legge 151 del 2016 che ha convertito l’ultimo decreto legge sull’Ilva. Lo ha deciso ieri la giunta attuando così quanto annunciato dal governatore Michele Emiliano nei giorni scorsi. «Lesione del principio di leale collaborazione istituzionale che dovrebbe ispirare l’operato del legislatore», è la motivazione richiamata dalla Regione. La legge, si spiega, «non prevede alcuna forma di coinvolgimento della Regione nella procedura di modifica o integrazione al piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria o altro titolo autorizzativo necessario per l’esercizio dell’impianto siderurgico del gruppo Ilva di Taranto attuando così una discriminazione totalmente irragionevole». E quindi, si rileva, «l’esclusione di qualunque strumento collaborativo con la Regione rende palesemente incostituzionale la disposizione impugnata».
La decisione della giunta arriva dopo la presentazione del nuovo rapporto su malattie e mortalità a Taranto, ritenute stretta conseguenza dell’inquinamento dell’Ilva. Lo studio, del Centro Salute e Ambiente della Regione, mette sotto la lente 321.356 persone residenti dall’1 gennaio 1998 al 31 dicembre 2010 a Taranto, Statte e Massafra e poi seguite sino alla fine del 2014. Dallo studio emergono una serie di dati, come, per esempio, un eccesso, ritenuto «importante», di patologie respiratorie tra i bambini di Taranto 0-14 anni (con punte di ricoveri del 24 e del 26 per cento nei rioni Tamburi e Paolo VI più vicini all’acciaieria). Segnalato inoltre un +4% di mortalità a causa dell’esposizione alle polveri industriali, un +5% di mortalità per tumore polmonare e un +10% per infarto del miocardio. Si tratta, puntualizza il governatore, di «informazioni scientificamente inoppugnabili» che si riferiscono al «periodo successivo alle contestazioni del processo di Taranto» che tra l’altro oggi riprende in Corte d’Assise. Dati che portano Emiliano a chiedere anche la revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale all’Ilva.
Emiliano annuncia di aver trasmesso al presidente del Consiglio il rapporto su malattie e mortalità. Ora Renzi, afferma Emiliano, «deve prendere le decisioni conseguenti. Non è una comunicazione come tutte le altre. Questa ha un effetto giuridico e da questo momento il presidente della Regione e il presidente del Consiglio hanno il dovere e il potere di adottare provvedimenti che servano, se in natura sono possibili, ad abbassare questi livelli di mortalità anomali». Emiliano rilancia quindi la sua proposta: decarbonizzare l’Ilva, introducendo il gas al posto del carbone nel ciclo di produzione, per abbattare le emissioni. Lo studio presentato da Emiliano, risponde il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, «certamente è meritevole di attenzione» ma «fa riferimento a un periodo necessariamente antecedente all’abbassamento della produzione all’Ilva e dunque anche di quelle attività più impattanti sull’ambiente», frutto peraltro di alcuni interventi Aia. «All’allarmismo preferiamo le risposte quotidiane» dice Galletti, che parla di situazione oggi «diversa» a Taranto («se così non fosse sarei io il primo a dire che non ci sono le condizioni per tenere aperto lo stabilimento») e riconferma tutti gli investimenti ambientali in corso.