Fonte: Il Sole 24 Ore
Quattro. E zero. Tra gli stand sono di gran lunga i numeri più gettonati, insieme a un fiorire di termini inglesi: interactive tools, smart factory, connected machines. Scelte comunicative per certi versi obbligate, nel momento in cui – come spiega Riccardo Rosa – «più di un cliente ci ha contattato, per dirci che se il piano del Governo parte anche l’investimento si sblocca». Il piano, Industria 4.0, vede in effetti proprio nei costruttori di macchine utensili presenti in Bi-Mu, tra le maggiori rassegne mondiali del settore, i più convinti sostenitori.
Qui, più che altrove, si può verificare come sia concreta l’ipotesi che iper ammortamento e credito d’imposta rilancino in modo sensibile gli investimenti nel 2017. «Considerare la legge di bilancio come un punto di partenza – spiega il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a margine dell’inaugurazione della rassegna – è un elemento essenziale per costruire un percorso per la crescita nell’interesse del Paese. Anche noi come Centro Studi avevamo previsto una crescita inferiore ma questo accadeva prima della legge di bilancio. Bisogna valutare gli effetti sull’economia reale del progetto Industria 4.0 e delle altre misure che il Governo prenderà, adesso è prematuro».
A giudicare dalle stime delle imprese presenti in fiera a Milano il settore non potrà che trarre benefici dagli incentivi legati alla smart factory, anche se nell’immediato qualche ordine potrebbe slittare. «È uno dei primi provvedimenti di indirizzo per l’economia del Paese – spiega Andrea Riello, presidente di Riello Sistemi – e penso che il mercato italiano nel 2017 potrà crescere del 25%». «Tenendo conto anche della crescita in Europa – spiega l’ad di It Robotics Stefano Tonello – l’anno prossimo possiamo crescere del 50%, assumendo altre 5 persone». «L’attesa del 250% – aggiunge l’ad di Marposs Giuseppe Sceusi – potrebbe bloccare il mercato in questi mesi, ecco perché è opportuno evitare ogni ritardo. I nostri prodotti di sensoristica e collaudo rientrano senz’altro nell’area 4.0: può essere una buona occasione per sostituire beni obsoleti». «Aggiungeremo elettronica ai nostri impianti – aggiunge Riccardo Rosa, numero uno di Ermando Rosa – e credo che il nostro business in Italia potrà scendere fino al 30%».
Gli incentivi fiscali si innestano per il settore in una fase già positiva, con il mercato interno in risalita convinta per il terzo anno consecutivo e l’ipotesi di un’accelerazione nel 2017. «Il che è un bene – spiega il presidente di Ucimu-Sistemi per produrre Massimo Carboniero – non solo perché conferma la validità delle misure messe in campo dal Governo, ma anche perché ogni ammodernamento del nostro apparato produttivo si traduce in un rilancio della competitività italiana: abbiamo rimesso la manifattura al centro dell’agenda». Le prospettive paiono dunque positive, anche se sullo sfondo restano le incognite legate ad una crescita globale non soddisfacente. «La concorrenza di prezzo è forte – spiega Ettore Batisti, numero uno di Pama – e alcuni big hanno rallentato gli investimenti. Qui in fiera mi aspetto un’inversione di rotta. Gli incentivi? Certo aiutano, anche se gli ostacoli da rimuovere per le imprese restano numerosi». «La richiesta in Italia è già tonica – aggiunge Gianluigi Viscardi, ceo Cosberg – e credo che il piano del Governo la farà crescere ancora. Tenendo conto, tuttavia, che per investire occorre avere lavoro». Che al momento non manca ad esempio alle Officine Biglia, con ordini di torni per 5 mesi di attività. «Sfruttando il superammortamento – spiega Mauro Biglia – stiamo investendo otto milioni per ampliare la capacità produttiva. Sono ottimista: con poche integrazioni anche le nostre macchine rientreranno negli incentivi 4.0». Tra gli stand il clima è dunque positivo, in un settore che è sul podio mondiale per export, al quarto posto in termini di output. «Lo specchio – aggiunge Boccia – di quella che deve essere assolutamente l’industria italiana del futuro».