Fonte: Il Sole 24 Ore
Alla fine il piano industriale è arrivato, ma non è quello che i sindacati si aspettavano. Richard Ginori annuncia investimenti per potenziare le vendite e recuperare efficienza nello stabilimento di Sesto Fiorentino, ma – dopo tre anni di perdite pesanti – si avvia anche verso una riduzione dei costi, e dunque una riduzione del personale. Per la storica manifattura di porcellane rilevata dal fallimento nell’aprile 2013 dal gruppo francese del lusso Kering (che controlla anche Gucci), insieme con 230 dipendenti, si apre dunque uno scenario complicato.
«Gli interventi di riduzione del personale verranno effettuati in modo progressivo e con l’obiettivo di minimizzare l’impatto sociale», afferma in una nota Richard Ginori senza quantificare gli esuberi. Ma i sindacati hanno già fatto i conti: 87 i lavoratori da licenziare secondo Femca-Cisl che bolla la decisione come «irricevibile» e punta il dito su un progetto «fumoso».
«Non devono essere ancora una volta i lavoratori a pagare gli sbagli del passato e la sciagurata gestione fino ad oggi», dice Mirko Zacchei della Femca-Cisl. L’assemblea dei lavoratori, che si è svolta subito dopo la presentazione del piano triennale, ha deciso lo sciopero immediato, che sarà ripetuto domani, venerdì 25 novembre, insieme con una manifestazione sotto la presidenza della Regione Toscana.
Dal canto suo, Richard Ginori ricorda come negli ultimi quattro anni siano stati realizzati importanti investimenti per migliorare sia l’area commerciale che industriale, e come le perdite di esercizio (più di 30 milioni di euro negli ultimi due anni, ndr) siano sempre state sostenute attraverso ricapitalizzazioni.
Secondo l’azienda, guidata dall’ad Giovanni Giunchedi, il piano 2017-2019 è finalizzato a ripristinare l’equilibrio della gestione patrimoniale e a produrre una «sensibile crescita del fatturato entro il 2019» (nel 2015 è stato di 12,8 milioni di euro con una perdita di 18,2 milioni). Confermata l’intenzione di proseguire le trattative per l’acquisto dello stabilimento di 131mila metri quadrati di Sesto Fiorentino «a riprova – dice l’azienda – della sua importanza per il proseguimento dell’attività aziendale».