Fonte: Il Sole 24 Ore
Aumenti del contratto nazionale erogati ex post, nel mese di giugno, in base all’inflazione relativa all’anno precedente. Prestazioni di welfare che diventano il vero baricentro contrattuale, attraverso l’estensione della sanità integrativa al 100% dei lavoratori ed ai loro familiari, favorendo l’adesione al fondo di previdenza complementare con l’incremento del contributo a carico delle aziende, riconoscendo ai dipendenti piani di flexible benefits e introducendo il diritto soggettivo alla formazione continua per tutti. Sono questi i punti qualificanti dell’ipotesi di contratto nazionale dei metalmeccanici 2016-2019 firmata ieri in Confindustria da Federmeccanica, Assistal, Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm,dopo oltre un anno di trattativa. Se verranno confermate le previsioni inflattive del prossimo triennio, a regime in media saranno riconosciuti 51 euro di aumento; se a questa cifra si aggiungesse l’insieme delle misure di welfare aziendale trasformate idealmente in moneta corrente, per i lavoratori il beneficio complessivo a regime sarà pari a 92 euro mensili. «È un passo avanti importante. Sono contento che si sia fatto questo passo in avanti», ha commentato il premier Matteo Renzi. Per il presidente di
Confindustria, Vincenzo Boccia, «l’accordo conferma l’idea che il contratto nazionale diventa un contratto con una dimensione regolatoria, spinge sui contratti aziendali legati molto alla produttività e verso un metodo che è la collaborazione per la competitività interna alla fabbriche». Nel percorso indicato con il Patto della fabbrica, l’accordo secondo Boccia «aggiunge un’idea su cui confrontarci a livello complessivo sulla questione industriale del Paese». L’attenzione è rivolta al 7 dicembre, quando Confindustria incontrerà Cgil, Cisl e Uil: «È chiaro che siamo pronti ad aprire la discussione sul futuro modello contrattuale avendo anche dei paletti di riferimento molto importanti», aggiunge Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria con la delega alle relazioni industriali. All’avvio del tavolo negoziale – inizio novembre del 2015 – i sindacati si erano presentati con due diverse piattaforme, ma dopo mesi di serrate trattative, con diversi “stop and go”, la svolta si è avuta lo scorso 28 settembre quando il presidente e il direttore generale di Federmeccanica, rispettivamente Fabio Storchi e Stefano Franchi, hanno presentato una nuova proposta al tavolo negoziale, sempre con l’obiettivo di perseguire il rinnovamento contrattuale. Ma vediamo nel dettaglio i contenuti dell’intesa. A tutti i lavoratori verrà riconosciuta l’inflazione con gli aumenti del contratto nazionale. Verrà calcolata ex post, ovvero dopo che a maggio sarà reso noto dall’Istat il valore dell’Ipca (indice dei prezzi al consumo armonizzato a livello europeo), nella busta paga di giugno sarà erogato l’aumento dell’anno precedente. Si stima per il 2016 un’inflazione dello 0,5% (pari a 9 euro), che secondo le previsioni arriverà all’1% nel 2017 e all’1,2% nel 2018. Gli incrementi retributivi, dunque, saranno riconosciuti a giugno e non più a gennaio. Se venissero confermati questi andamenti si avrebbe un incremento complessivo di circa 51 euro a regime in busta paga. Da notare che verranno garantiti i minimi contrattuali che saranno la base di calcolo di riferimento degli adeguamenti retributivi, superando così il valore punto come base di calcolo.
La novità sono le prestazioni di welfare, che beneficiano di un trattamento fiscale di agevolato. Viene riconosciuta l’assistenza sanitaria integrativa gratuita a tutti i dipendenti, oltre 1 milione, estendendola ai loro familiari, anche conviventi di fatto, da ottobre 2017. Viene azzerato il contributo a Metasalute a carico del lavoratore e 156 euro annui vengono posti a carico dell’azienda per assicurare la copertura di prestazioni che vanno dalle visite specialistiche alle cure dentali, al ricovero per interventi chirurgici, con un valore di mercato stimato in 700 euro. Per favorire le adesioni alla previdenza complementare, inoltre, si riduce il contributo a carico dei dipendenti, mentre il contributo al fondo Cometa a carico delle imprese da giugno 2017 sale al 2% (dall’attuale 1,6%), circa 91 euro l’anno in più per le aziende. A marzo del 2017 a tutti i lavoratori sarà pagata un’una tantum di 80 euro lordi (copre il periodo che precede l’avvio della nuova contribuzione per previdenza e sanità integrativa). Il contratto dei metalmeccanici fa da apripista anche sul versante della formazione. Viene introdotto il diritto soggettivo alla formazione, pari a 24 ore per tutti nel periodo 2017-2019; i lavoratori non coinvolti in piani formativi avranno a disposizione 300 euro da spendere nel triennio per attività formative. Ai lavoratori andranno anche i flexible benefits aziendali detassati, da utilizzare sotto varie forme (spesa, buoni benzina, spese scolastiche) fino ad un massimo di 100 euro da giugno 2017, 150 euro dal 2018 e 200 euro dal 2019. Con la contrattazione di secondo livello verranno riconosciuti premi di risultato aziendali totalmente variabili, legati ad obiettivi di produttività.