Fonte: Il Sole 24 Ore
Si sblocca un altro cantiere nel porto di Taranto. A metà della prossima settimana verranno consegnati all’impresa Astaldi i lavori relativi ai dragaggi nella zona di mare antistante il molo polisettoriale e alla costruzione della vasca di colmata dove immettere i sedimenti. Il provveditorato alle Opere marittime di Bari ha dato l’ultimo via libera nei giorni scorsi. Dragaggio dei fondali, per avere una profondità maggiore dello specchio di mare dove attraccano le navi, e ammodernamento della banchina, sono i due interventi più importanti legati al rilancio del molo polisettoriale e alla più generale ripresa del porto pugliese, peraltro già cominciata col traffico del 2016.
Questi sono anche gli interventi che, anni fa, aveva chiesto Evergreen, che poi tra la fine del 2014 e la prima parte del 2015 ha definitivamente lasciato il porto contestando gli enormi ritardi nell’esecuzione delle opere. Frenati da varie cause: burocratiche, progettuali e tecniche. Ma anche contenziosi legali. I dragaggi, per esempio, furono appaltati a fine 2014 ad Astaldi e subito stoppati da un ricorso alla giustizia amministrativa. Se ne venne a capo all’inizio del 2015: l’appalto fu confermato ad Astaldi e il ricorso dell’impresa concorrente rigettato, ma emersero questioni tecniche che hanno reso necessaria una modifica del progetto approntato dalla società pubblica Sogesid.
Per quanto riguarda l’ammodernamento del molo polisettoriale, a marzo dovrebbero essere consegnati gli ulteriori 600 metri dopo i primi 600 ultimati a fine luglio. Il molo polisettoriale è quella grande infrastruttura, dotata di gru sulla banchina, per la quale l’Autorità portuale sta cercando nuovi operatori dopo l’abbandono di Taranto container terminal, di cui faceva parte Evergreen, e dopo lo stop, nei mesi scorsi, al progetto del consorzio Ulisse per mancanza, secondo l’Authority, dei requisiti necessari. Per l’individuazione di possibili concessionari, a febbraio 2016 l’Authority lanciò anche un bando. Arrivarono due proposte: quella del consorzio Ulisse, bocciata nel corso della procedura, e quella di Italcave, scartata già nella fase iniziale. Intanto il consorzio Ulisse si è sciolto. Ne facevano parte Saga Italia, del gruppo Bollorè, Ionian shipping consortium, Tecnomec engineering e Taranto iniziative produttive. Venuta meno Saga in estate, erano rimasti gli altri partner. E probabilmente il defilarsi di un socio di peso come Saga ha portato tra l’altro la commissione dell’Authority a respingere la proposta del consorzio. Ma se Ulisse ha ammainato la bandiera ed ha anche rinunciato a muovere causa al Tar contro l’Authority per l’esclusione dal bando per il polisettoriale, Taranto Ionian Shipping, espressione di 14 imprese portuali, resta in piedi e rilancia. «Ripartiamo – dice Rinaldo Melucci di Ionian Shipping Consortium – dal nostro progetto oil e gas, ovvero movimentazione, in un quadro di logistica industriale, di tutto ciò che in termini di apparecchiature e componentistica serve a gasdotti ed oleodotti.
C’è un mercato che, attraverso,la posizione geografica del porto di Taranto, si può cercare di presidiare. Il progetto lo avevamo presentato come consorzio Ulisse per il molo polisettoriale. Adesso lo calibreremo diversamente, affidandolo ad un nuovo soggetto, ma soprattutto punteremo su un’area diversa del porto e non più sul polisettoriale perchè ci è stato detto chiaramente che i 1.200 metri centrali della banchina, tra i 600 già ammodernati e gli altri 600 in corso lavori, non ci possono essere affidati. Noi però scommettiamo sulla validità del progetto e lo riproponiamo per un’area diversa».