Fonte: Il Sole 24 Ore
Il made in Italy cresce anche a dicembre e per la prima volta nella storia, grazie al traino degli Stati Uniti, sfonda in un anno la soglia dei 400 miliardi di euro (413,7). Il 2015 si chiude tuttavia senza troppo entusiasmo, con un calo di oltre due punti su base mensile, legato soprattutto alla frenata Ue. Su base tendenziale c’è invece una crescita del 3%, che tuttavia si ridimensiona tenendo conto del calendario più favorevole. Ai progressi di dicembre nell’area extra-Ue (+4,1%) si contrappone una crescita meno marcata in Europa (+2%), realizzata soprattutto grazie alla buona performance in Germania (+4,2%) e alla corsa a doppia cifra in Spagna, visibile anche nell’intero bilancio annuo, mentre cedono terreno Francia, Belgio e Paesi Bassi.
Decisiva, tra i settori, la crescita dell’auto, in progresso annuo di oltre 30 punti, miglior dato in assoluto. Bene nel bilancio annuo anche alimentari , elettronica, chimica e farmaceutica, meno brillante tessile-abbigliamento. Nei dodici mesi l’unico comparto in rosso, ad eccezione dell’energia, riguarda i prodotti in metallo.
La performance annua del made in Italy, in crescita del 3,7%, nasconde in realtà una spinta non marginale legata alla rivalutazione del dollaro e infatti, tenendo conto solo dei volumi (ed escludendo dal calcolo l’energia), la crescita è limitata allo 0,8%, inferiore alla crescita del commercio mondiale. La frenata degli emergenti, Russia e Brasile in primis, limita al 3,6% il progresso dell’area extra-Ue nei dodici mesi, due decimali in meno rispetto al risultato realizzato in Europa.
Nel confronto con i nostri partner, l’Istat registra un lieve calo dell’Italia nel contributo alle esportazioni dell’area Ue, realizzato sia sul mercato interno che nelle aree extra-Ue.
Il contributo maggiore alla crescita arriva dagli Stati Uniti, con un progresso delle vendite del 20,9% che porta il totale 2015 a 36 miliardi di euro, in grado di produrre verso Washington un avanzo che sfiora i 22 miliardi. Non a caso, incrociando settori e paesi, tra i primi cinque elementi di spinta del made in Italy nel 2015 ben tre (macchinari, farmaceutica, auto) vedono come protagonisti proprio gli Stati Uniti.
A dicembre le importazioni crescono per l’11esimo mese consecutivo (+2,6% in media, più del doppio escludendo dal calcolo l’energia) segnalando una ripresa decisa della domanda interna per tutte le tipologie di beni. Il saldo commerciale annuo per l’Italia lievita a 45,2 miliardi, in miglioramento di oltre tre miliardi grazie al calo deciso della bolletta energetica (mentre per i beni l’avanzo si riduce), area in cui il “rosso” si abbatte di quasi dieci miliardi di euro.