Fonte: Il Sole 24 Ore
«La sicurezza sul lavoro è la nostra priorità, e infatti stiamo investendo moltissimo. Ma incidenti come questo impongono a noi imprenditori di aumentare ancora di più gli sforzi». Erich Lucchetti, presidente degli industriali di Massa Carrara e proprietario di cave di marmo bianco e di aziende di trasformazione dei blocchi, ha fatto della sicurezza una delle mission del suo mandato, tanto che ora, dopo aver espresso il cordoglio e la vicinanza alle famiglie dei cavatori, spiega: «Negli ultimi anni abbiamo fatto moltissimo sul terreno della prevenzione e della sicurezza», ricordando che proprio ieri, quando è accaduto l’incidente, tutti i suoi operai erano a un corso di formazione sulle cinture da usare per il ribaltamento delle bancate e che, in qualità di presidente dell’associazione industriali, ogni giorno firma mandati per la formazione sulla sicurezza da fare agli operai delle cave. «L’attenzione a questo tema, così come a quello ambientale, è decisamente aumentata – aggiunge Lucchetti – e siamo ben consapevoli che gli operai sono la nostra ricchezza, e che questa ricchezza va salvaguardata a tutti i costi. Incidenti come questo sono sconfitte per tutti noi. E ci ricordano che dobbiamo fare ancora di più, che quello che facciamo, che è tantissimo, ancora non basta, e che dobbiamo evitare che accadano».
Lucchetti non sa spiegarsi come sia potuto crollare il costone di una cava, duemila tonnellate di marmo e detriti. «Le lavorazioni nelle cave sono orizzontali – spiega Lucchetti – in modo da lasciare i fronti residui in sicurezza; quello che è franato è un fronte residuo, una parte di “tecchia”, la cui composizione, grazie agli strumenti che abbiamo oggi, si può indagare anche se non si vede quello che c’è dentro: attraverso i modelli si ipotizza come si comportano i fronti interni, come i difetti, se si creano cunei che si possono distaccare».
Anche sul fronte degli incidenti mortali, Lucchetti non sa darsi pace: «Gli scenari degli ultimi anni mostravano una diminuzione degli incidenti in cava, che l’Asl aveva indicato nel 60%; poi, dall’anno scorso, le statistiche sono state sconvolte anche se sul fronte delle lavorazioni non è cambiato niente, anzi: è aumentata l’attenzione per le macchine a filo, il ribaltamento delle bancate, la formazione degli operai».