Fonte: Il Sole 24 Ore

Aiutare chi fa impresa a non abbandonare i territori martoriati dalle due scosse che hanno colpito il centro Italia il 24 agosto e poi il 30 ottobre. Convincendo anche nuovi investitori a scommettere sulla rinascita di queste zone, perché rimettere in piedi le attività produttive e quindi l’economia è l’unica strada percorribile per fermare il rischio della desertificazione. mUno spettro, questo, che si esorcizza solo con misure concrete capaci di incentivare gli investimenti. Tra tutte la previsione di una no tax area che duri almeno 3-5 anni che premi chi decida di ricostruire qui il proprio capannone o di aprire un nuovo sito produttivo: lo chiedono praticamente con una sola voce imprenditori del posto e i sindaci che rappresentano i comuni più colpiti. (Perché casa, scuola e impresa rappresentano l’unico trinomio possibile per la ricostruzione e per dare una speranza di futuro ai 30mila che hanno lasciato le loro abitazioni). «Bisogna portare le imprese qui a investire per evitare lo spopolamento di questi paesi e studiare degli incentivi come la no tax area per chi decide di puntare nella ripresa e nella ricostruzione», avverte Alberto Baban presidente della Piccola industria che ieri è arrivato con una delegazione nelle zone più ferite dal sisma – da Accumoli ad Arquata del Tronto – incontrando imprenditori, sindaci e Protezione civile nei campi allestiti ai piedi dei centri abitati e vistando le “zone rosse” ancora piene di macerie. Ma anche ascoltando gli operatori del turismo che fino alla costa hanno subito un crollo del loro giro d’affari. A loro Baban ha portato la solidarietà delle 160mila aziende dell’associazione degli industriali e soprattutto gli aiuti concreti del nuovo “Programma gestione emergenze” (Pge) – già in campo nelle zone del terremoto da diverse settimane – che sarà formalmente suggellato il prossimo 7 dicembre con la firma di un protocollo con la Protezione civile nazionale che farà da partner a Confindustria.

«Questo programma nasce come una reazione della nostra comunità e vuole dare una risposta molto forte e di servizio alle proprie imprese assicurando un’assistenza immediata nei momenti di emergenza, ma anche successivamente puntando anche su formazione, informazione e diffusione della cultura della prevenzione», aggiunge Baban. Che sottolinea come all’interno di Confindustria stia nascendo anche un Fondo di solidarietà per sostenere le imprese nelle emergenze: «Basterebbe che ogni nostra associata donasse mille euro per avere risorse molto importanti». Il “Pge” nasce invece da un’esperienza della Piccola industria di Fermo che nel 2012 dopo il sisma in Emilia avviò una collaborazione virtuosa con la Protezione civile. Da questa esperienza è nata l’idea di un database nazionale in Confindustria, già operativo (www.confindustriapge.it) e coordinato da Diego Mingarelli presidente di Piccola industria Marche, che metta in collegamento l’offerta di donazioni – non solo denaro, ma anche beni fisici e servizi messi a disposizione dalle aziende associate – e la domanda di chi è stato colpito da un evento straordinario (non solo terremoti).

Un database che già funziona bene come dimostrano le 200 aziende che hanno già aderito che hanno donato merci e servizi per un valore di 1,5 milioni seguendo una regola d’oro: «Portare ciò che serve, quando serve, dove serve», spiega Mingarelli. E con la consegna delle donazioni – dall’abbigliamento alle stoviglie fino ai moduli abitativi – che è partita da settimane grazie al “Pge”. Ed è continuata anche ieri quando il presidente della Piccola industria ha incontrato i sindaci di Accumoli e di Arquata e poi l’imprenditore Gianfranco Castelli del salumificio “Sano” – a cui è stato consegnato un modulo per le sue attività produttive – che dal 25 agosto non ha mai smesso di lavorare con i suoi 40 collaboratori e ora anzi vuole raddoppiare il capannone parzialmente lesionato: «Dopo le donazioni ora abbiamo bisogno di progetti a medio lungo termine. Serve una no tax area per chi vuole investire qui». «Oltre all’esenzione fiscale bisogna ampliare il prestito d’onore per nuove iniziative industriali», ha aggiunto Francesco Fuggetta di Piccola industria di Rieti. «Ora bisogna evitare la burocrazia – spiega il presidente di Confindustria Marche, Bruno Bucciarelli – per aiutare le imprese che con le scuole sono il perno da cui ripartire, ma senza leggi speciali bensì con la giusta programmazione». Pge ieri ha poi consegnato alla Protezione civile dei comuni del Valdaso dei funghi riscaldanti trasportati con il suo primo mezzo ufficiale (un pick up), oltre a giochi, abbigliamento e materiale scolastico raccolto con il contributo dei dipendenti di Confindustria.