Fonte: Il Sole 24 Ore
Travolto da un nastro trasportatore dell’altoforno 4 che stava ripristinando. E’ morto così stamattina all’Ilva di Taranto Giacomo Campo, operaio 24enne di Roccaforzata (Taranto), dipendente dell’impresa di appalto Steel Service.
«Il nastro – spiega l’Ilva in una nota – risultato danneggiato a seguito di un taglio longitudinale, era stato fermato nella notte per consentire l’intervento di riparazione. Come da procedura aziendale – afferma ancora l’azienda -, il nastro è stato preventivamente messo in sicurezza ed è stato privato di alimentazione elettrica. Nonostante l’applicazione di tutte le misure di sicurezza, durante le attività di rimozione del materiale ferroso che si era depositato sul rullo di invio, effettuate dall’operatore con un tubo aspirante, il nastro si è attivato e lo ha trascinato».
Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto hanno proclamato uno sciopero dei lavoratori dell’Ilva a partire dalle 12 di oggi (per il secondo e terzo turno di otto ore) fino alle
7 di domani. I sindacati metalmeccanici, che hanno già incontrato stamattina l’Ilva per avere una prima informativa, sono stati convocati oggi stesso in Prefettura a Taranto dal vice ministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova. Da fonti sindacali si apprende che benchè il nastro trasportatore – che approvvigiona dei materiali di produzione la stock- house dell’altoforno 4 – non avesse l’alimentazione elettrica, non si era provveduto anche ad imbragare il cosiddetto «tamburo» del nastro che così si è mosso per inerzia travolgendo il giovane operaio.
«Basta con questo commissariamento dell’azienda che non sta portando da nessuna parte ma creando solo incertezza – dice Rocco Palombella, segretario generale Uilm -. Nell’Ilva non c’è coordinamento tra l’esercizio e le imprese terze. Anni fa c’erano imprese specializzate che sapevano cosa fosse la pulizia industriale e come intervenire, adesso, invece, con la necessità di tagliare i costi, si rischia di mandare allo sbaraglio giovani lavoratori inesperti». «Incidente drammatico – rileva Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl – e per di più in un quadro di assoluta precarietà dell’Ilva. Sono mesi che diciamo che bisogna uscire al più presto dal pantano e dare all’Ilva un assetto chiaro ed una prospettiva industriale. Invece abbiamo solo rinvii e incertezze». Proprio ieri a Taranto il segretario nazionale della Fiom Cgil, Rosario Rappa, ha chiesto di nuovo un confronto ai commissari Gnudi, Laghi e Carrubba, ponendo tra i problemi da affrontare quello della manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti per evitare che, oltre ai problemi gestionali ed economici dell’Ilva, «si eroda anche un patrimonio impiantistico mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori». I commissari, intanto, già da alcuni giorni sono stati convocati il 21 settembre per un’audizione dalla commissione Attività produttive della Camera.
L’altoforno 4 è uno dei tre attualmente in marcia nell’Ilva. A giugno del 2015 un altro incidente mortale c’era stato all’altoforno 2, vittima un altro giovane operaio Alessandro Morricella di Martina Franca (Taranto), investito da un getto di ghisa mentre eseguiva un controllo di temperatura e morto alcuni giorni dopo l’infortunio a causa della gravità delle ustioni riportate.
Sulla morte di Giacomo Campo e su quella dell’operaio Atac a Roma, è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, secondo cui «ogni morte sul lavoro costituisce una ferita per l’Italia e una perdita irreparabile per l’intera società. Non è ammissibile che non vengano adeguatamente assicurate garanzie e cautele per lo svolgimento sicuro del lavoro», ha rimarcato il capo dello Stato. Attraverso Facebook si è espresso anche il presidente della Puglia, Michele Emiliano, che parla di «ennesimo grave incidente nel siderurgico tarantino. La nostra pazienza è finita. La fabbrica è troppo vecchia e insicura. Ci ha portato ancora una volta via un giovane di soli 24 anni. Il dolore della Puglia diventa rabbia incontenibile».