Fonte: Il Sole 24 Ore
Dal 2012 ad oggi questa è la prima estate in cui Taranto non fa parlare di se per le complicate vicende dell’Ilva ma per come sta riuscendo a rilanciare e valorizzare i suoi beni culturali, Museo archeologico nazionale e Castello Aragonese anzitutto.
L’Ilva resta certo un nodo da sciogliere, e come verrà sciolto lo si vedrà in autunno avanzato col responso sui piani presentati dalle due cordate in gara per l’acquisizione, ma quello che sta accadendo attorno alle risorse proprie della città costituisce una prima inversione di tendenza e, probabilmente, il tentativo di costruire anche dell’altro accanto alla presenza industriale.
Parlano i numeri anzitutto. Partiamo dal Castello Aragonese. Da quando, un pò di anni fa, la Marina Militare lo ha restaurato ed aperto gratuitamente al pubblico con visite guidate possibili, in estate, anche in notturna (dalle 24 alle 3), il Castello, che affaccia tra il canale navigabile, dov’è il ponte girevole, e il Mar Grande, è tra i beni più visitati della Puglia.
A Ferragosto sono stati al Castello 1.970 visitatori di cui 1.237 provenienti da località diverse da Taranto e provincia e 147 stranieri. Nei tre giorni del ponte di Ferragosto, dal 13 al 15, i visitatori sono stati invece 4.004 di cui 254 stranieri e 2.613 provenienti da posti diversi da Taranto e provincia. Dall’inizio del 2016 e sino a Ferragosto i visitatori del Castello sono stati 71mila, 11mila in più rispetto allo stesso periodo del 2015. Molto gettonate le visite serali: il 44 per cento dei visitatori ha infatti scelto questa fascia oraria. Le origini del Castello sono greche, bizantine e normanno-svevo-angioine, ancora visibili nell’attuale struttura ricostruita tra il 1487 ed il 1492 dal re di Napoli, Ferdinando d’Aragona, secondo i nuovi criteri imposti dal perfezionamento delle artiglierie.
E anche il Museo archeologico nazionale (uno dei 20 autonomi con la riforma Franceschini) è premiato dai visitatori grazie anche all’ampliamento del fronte espositivo con l’inaugurazione del secondo piano avvenuta il 29 luglio col premier Matteo Renzi. Dal 14 al 16 agosto il Museo ha avuto circa 2.000 visitatori, “un dato interessante” commenta la direttrice Eva Degl’Innocenti.
Domenica 7 agosto – con ingresso gratuito e dedicato allo sport nell’antichità per via delle Olimpiadi di Rio – i visitatori sono stati invece 3.511. Confrontando i 16 giorni prima dell’inaugurazione del 29 luglio e i 16 giorni successivi, l’afflusso al Museo, informa la direzione, è aumentato del 300 per cento. Nel primo semestre 2016, infine, il Museo ha registrato più 60 per cento di visitatori in raffronto allo stesso periodo del 2015. Ora l’obiettivo è passare dai 57mila visitatori del 2015 ai 100mila di quest’anno. Nelle 28 sale, una serie di collezioni e reperti raccontano 6.500 anni di storia di Taranto, che fu importante città della Magna Grecia. Castello e Museo non sono però isolati. Crescono i visitatori anche gli ipogei della Città vecchia, una vera Taranto sotterranea – se ne contano una sessantina –, adesso oggetto di una proposta di legge regionale per valorizzarli e tutelarli, e in futuro ci sarà anche l’Arsenale della Marina Militare. Col “Contratto istituzionale di sviluppo”, gestito da Palazzo Chigi con gli enti locali, si vuole infatti trasformare la parte storica dell’Arsenale in un percorso museale. A settembre sarà ultimato lo studio di fattibilità.
Mentre per gli ipogei l’associazione “Napoli Sotterranea” ha recentemente donato all’associazione “Nobilissima Taranto”, che si occupa delle visite negli ipogei, un contributo di 20mila euro che sarà usato per un rete di videosorveglianza.